Intervista di M. Cecilia Guerra al settimanale Altri
Il 23 aprile, con la firma da parte di Andorra, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul, che richiedeva 10 ratifiche per entrare in vigore, diventerà applicabile il 1 agosto di quest’anno.
L’Italia è stata fra i primi e sicuramente uno dei più importanti paesi che ha firmato la Convenzione.
Finora i paesi che hanno ratificato il trattato sono: Albania, Andorra, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Italia, Montenegro, Portogallo, Serbia, Spagna e Turchia. Questa settimana dovrebbe arrivare anche la ratifica da parte della Danimarca.
Con il decreto legge 93 dell’agosto 2013 (legge 15 ottobre n. 119), il nostro paese ha anticipato parte dei contenuti della Convenzione, prima ancora della sua effettiva entrata in vigore. Il decreto è ispirato ai tre principi di fondo della convenzione. Le cosiddette 3 P
Proteggere le donne che sono oggetto di violenza
Punire i colpevoli
Prevenire la violenza
Soprattutto la prevenzione è importante. Per questo il decreto prevede un apposito Piano nazionale contro la violenza, che impegni e attivi tutte le filiere coinvolte: scuola, salute, forze dell’ordine, politiche sociali e del lavoro, comunicazione, ecc.. Al coordinamento dei lavori del tavolo interministeriale, che aveva coinvolto anche Regioni e Comuni, e, nei gruppi di lavoro, anche le Associaizoni più impegnate nel contrasto alla violenza, ho dedicato parte della mia attività di Viceministro con delega alle pari opportunità nel governo Letta. La delega alle Pari Opportunità è ora nelle mani del Presidente del Consiglio. A lui, in questa intervista, pubblicata dal settimanale Altri, chiedo di dare seguito e mettere a frutto il tanto lavoro che è stato fatto.
Link all’Intervista di Maria Cecilia Guerra al settimanale Altri del 18 aprile 2014