Entro il 15 settembre 2016 uscirà il primo avviso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per finanziare, con 50 milioni, progetti di housing per i senza dimora da realizzare nel periodo 2016-2019.
Grazie alle due indagini promosse dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali insieme a Istat, Caritas e Fio.PSD (Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora), presentate rispettivamente nel 2012 (con la mia partecipazione quando ero sottosegretario al Mlps) e nel 2015, e relative al 2011 e al 2014, sappiamo ormai molte cose sulle persone senza dimora e sul sistema di servizi, formali e informali, ad esse destinati.
Sappiamo quante sono: se ne stimano 50mila 724, in leggero aumento fra il 2011e il 2014.
Sappiamo chi sono: in larga maggioranza uomini (85,7%), in maggior parte stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%), con basso titolo di studio.
Sappiamo perché si diventa un senza tetto: gli eventi più rilevanti che portano a questa condizione sono la perdita di un lavoro stabile insieme alla separazione dal coniuge e/o dai figli. Un altro fattore, seppure di minor peso, lo hanno anche le cattive condizioni di salute (disabilità, malattie croniche, dipendenze).
Sappiamo anche che sta aumentando la durata della condizione di senza dimora: fra le due indagini diminuiscono, dal 28,5% al 17,4%, quanti sono senza dimora da meno di tre mesi, mentre aumentano quelli che lo sono da più di due anni (dal 27,4% al 41,1%) e da oltre 4 anni (dal 16% sale al 21,4%).
A seguito di queste indagini il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha promosso, con la collaborazione della Fio.PSD, le Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia, che sono state approvate in Conferenza Unificata il 5 novembre del 2015 e che hanno l’obiettivo, a partire dalla conoscenza delle migliori esperienze locali, nazionali ed europee, di individuare standard qualitativi condivisi per indirizzare gli interventi in favore delle persone senza dimora su tutto il territorio nazionale.
Le linee di indirizzo si ispirano all’approccio noto come Housing First (la casa prima di tutto): che vede nella “casa” un diritto, e il punto di partenza necessario per permettere alle persone senza dimora di avviare un percorso di inclusione sociale.
Il Ministero si è impegnato anche a utilizzare i fondi comunitari (PON inclusione e FEAD Fondo di aiuti europei agli indigenti) per attuare programmi coerenti con queste Linee di indirizzo.
Per questo entro il 15 settembre 2016 uscirà il primo avviso per finanziare, con 50 milioni, progetti di housing per i senza dimora da realizzare nel periodo 2016-2019.
E’ una buona notizia: si conferma così la volontà di affrontare il problema degli homeless partendo proprio dalla casa.
Intanto la Fio PSD ha presentato a Venezia, nell’ambito della 73esima Mostra del Cinema, gli spot della campagna di sensibilizzazione #homelesszero, cui hanno collaborato numerosi attori, a partire da Richard Gere e Susan Sarandon.
#HomelessZero vuol dire “nessuno deve vivere più per strada” – “uscire dai servizi emergenziali per sempre” – “progettare l’abitare e vivere una vita libera”. Un messaggio molto importante.